

Un richiamo si sta affermando sempre più forte e condiviso: i bambini, oltre ai diritti di sussistenza, di educazione e di affetto hanno diritto a contesti sicuri che svolgano una funzione incoraggiante nel loro percorso di crescita.
Ad Ancona da vari anni in tanti stavano pensando di creare una realtà simile, interrogandosi su come e cosa fare. Le realtà che si occupano dei bambini sono tante e svolgono un lavoro fondamentale, ma si sentiva l’esigenza di diversificare e sperimentare anche servizi intermedi, che fossero in sinergia e completassero quelli esistenti.
Da questo assioma nasce il progetto del Centro Diurno “Il Faro“, promosso dall’Ente ecclesiastico Parrocchia Sacra Famiglia, con il partenariato della Caritas Diocesana Ancona Osimo e della Federazione S.C.S. Salesiani per il Sociale.
Per i salesiani la crescita sana e protetta dei minori non è un’ambizione, ma una missione, quindi provarci è stato dovere. La comunità salesiana di Ancona si è quindi rivolta a tutti quei soggetti che potevano essere interessati a contribuire e collaborare.
La Federazione Nazionale dei Salesiani per il Sociale ha supportato la nascita di tante realtà che si occupano, in modo innovativo, del disagio minorile (prima fra tutte il centro diurno per ragazzi di La Spezia) e ha contribuito a fornire stimoli, esperienze e sostegno a quello che era solo un’idea nel territorio del Comune di Ancona.
Il colloquio continuo e costante con le realtà del territorio (Arcidiocesi di Ancona, Tribunale dei Minori, Servizi sociali, Caritas Diocesana) ha permesso di prendere consapevolezza dell’effettivo bisogno. In modo particolare, è stato determinante l’incontro con il Cardinale Edoardo Menichelli che ha incoraggiato e soprattutto sostenuto fattivamente la realizzazione del Centro Diurno in risposta all’appello del Papa nell’anno giubilare, ricordando che Misericordia è il secondo nome dell’Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40)”.
Da questi primi incontri è emerso come ad Ancona potesse essere utile creare una opportunità, per le famiglie in difficoltà, di avere un supporto con i figli che le aiutasse a prevenire l’abbandono e la tutela giudiziaria, con conseguente inserimento in casa famiglia (spesso molto onerosa per il Comune). Un supporto non invasivo che non si sostituisse alla famiglia, ma che la affiancasse in modo flessibile in tante attività educative rivolte ai figli (dai compiti, alla gestione della giornata, al rapporto con la scuola), offrendo al contempo importanti e positive occasioni di socializzazione con altri bambini.
Una comunità che si occupa dei minori si occupa di se stessa.